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DIVENTARE GRANDI
di Giulia Pratelli

A volte si ricevono notizie che sembrano impossibili.

Qualcosa accade e contemporaneamente un pezzo si stacca dal cuore, dallo stomaco o da chissà dove e cade frantumandosi in mille pezzi. Fa un rumore stranissimo, non lo sente nessuno intorno a noi mentre dentro può essere forte, quasi assordante. È un meccanismo irreparabile: quel che cade non tornerà mai al suo posto e le cose, in qualche modo, non saranno mai più le stesse.

Ultimamente è venuto a mancare un Artista a cui volevo bene, anche se ci conoscevamo solo di vista. Una persona gentile, buona, di quelle che ti sorridono anche se hanno fretta, di quelle che alla fine del loro concerto ti chiedono come stai. Gli devo molto ma in realtà non gliel’ho mai detto. All’improvviso ho ripensato a uno dei concerti (tanti) della sua Banda a cui sono stata con un’Amica, due estati fa: una serata bellissima, d’estate, in cui abbiamo ballato, cantato e riso tantissimo, una serata di quelle che vorresti durassero di più… perché disperdere quell’atmosfera magica?

Questo anno così strano e crudele si è portato via, tra le tante cose, anche un’Amica e un Artista, si è portato via quella serata e quel sapore di bellezza e libertà. L’ho capito, dopo un po’, che cos’era quella strana sensazione che assomigliava all’indolenzimento della pelle su cui sta per nascere un livido, al prurito dello sgraffio che diventa  cicatrice: era la consapevolezza della fine di un’epoca.

Probabilmente deve essere questo diventare grandi:  accorgersi che qualcosa non tornerà più, che non ci sarà un tempo per fare ancora quello che fino a un attimo prima sembrava normale, ordinario, a portata di mano. Probabilmente è rendersi conto di quanto alcune cose fossero, in realtà, straordinarie e di come non siamo stati capaci di apprezzare ogni singolo momento, di guardare tutto con gli occhi della meraviglia. C’è una canzone che dice gli occhi del bambino quelli non li danno proprio indietro mai e io l’ho capito solo “da grande” che cosa volesse dire. È quella scintilla, sempre pronta a infiammarsi, che sa riconoscere la meraviglia e sa dare vita allo stupore. Quella che ti fa cantare amore alla fortuna o speranza a una stella che cadrà, quella di quando più non ti ricordi la tua timidezza e balli nel vento

Forse diventare grandi è accorgersi che qualcosa non tornerà più e volere allo stesso tempo imparare a custodirlo per sempre, a trasformare quel che resta, a trovare un terreno fertile in cui piantarlo, ricordarsi di dargli da bere… e, tra la rabbia e la tristezza, sorridendo, ringraziare.

A S. e E, in particolare. 

Anche stavolta, come sempre, ci sono 10 brani ad aspettarvi: canzoni di consapevolezza, di distanza, di memoria, di difficoltà e di consolazione… che sapranno sicuramente parlare meglio di me. 

Vi scrivo il mese prossimo, state bene. 

RUBRICHELLI | Diventare Grandi #6

Crediti:

L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]

 

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