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LA NORMALITA’
di Giulia Pratelli

Ho visto un concerto.
Un concerto vero, di quelli che compri il biglietto, entri in teatro, ti siedi, aspetti che le luci si spengano e inizi la musica. Avevo la mascherina e non potevo sedere accanto a nessuno ma era proprio un concerto: ho addirittura canticchiato e battuto le mani a tempo. 

Era domenica, una bellissima giornata: la mattina avevo fatto anche colazione sul mare e dopo una passeggiata in centro. Incredibile, non ho passato la giornata in tuta, davanti al computer, a cucinare o sistemare le cose di casa. 

Sono tornata stanca, contenta e, a dire la verità, anche un po’ frastornata: sembrava tutto così normale ed eccezionale allo stesso tempo. I concerti erano la mia abitudine, la mia vita: farli e andarli a sentire. Torneranno ad essere, devono tornare ad essere, la normalità, ma adesso sembrano dei piccoli miracoli. Assomigliano a tentativi goffi e un po’ impacciati di sopravvivenza ma sono atti di resistenza vera e propria: accettiamo di  sederci lontano dagli amici, di sopportare la mascherina per due ore in più, di igienizzarci un’altra volta le mani e non abbracciare nessuno per poter comunque ascoltare musica, vedere un film al cinema o visitare un museo… quando forse sarebbe più facile stare a viso scoperto a casa o al parco, lontani da qualsiasi gel e precauzione. Ci riappropriamo della nostra normalità in modo nuovo, a fatica, ma lo facciamo. 

Domenica è stato un giorno normale, che bello. Questa parola così combattuta, che a volte fa paura e sembra volerci chiudere in gabbia, in questo anno e qualche mese mi è sembrata un miraggio. Di normalità ne esistono milioni, ognuno ha e deve poter avere la sua e poi anche cambiarla come cambiano le stagioni della vita, gli amori, le città, gli anni. È bello costruirla, trasformarla, farsela assomigliare il più possibile, indossarla come meglio ci fa sentire e soprattutto è fondamentale essere liberi di farlo e di non avere paura. Me la voglio immaginare come una possibilità e allora prendo in prestito le parole di Fossati per descriverla come una strada sempre tutta nuova perchè è vero che nella mia vita ordinaria non ci avevo riflettuto ancora. E voglio anche pensare che possa essere questo il tempo delle stelle in fondo agli occhi, il tempo in cui diventa consueto stupirsi delle piccole cose che ci riempiono le giornate e non passano inosservate, come se fossero scontate… come del resto, fino a poco tempo fa, sono sempre state.

Su Spotify c’è anche stavolta la nostra playlist, che racconta miraggi e quotidianità, spazi aperti, sogni grandi, normalità e eccezionalità… che sembrano così lontane ma forse sono più vicine di come tendiamo a pensare.
Dopo tutto, non dovrebbe essere normale poter rendere una domenica di sole un giorno eccezionale? 

Vi scrivo a giugno, state bene.

RUBRICHELLI | La Normalità #8

Crediti:

L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]

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