LA PERFEZIONE
di Giulia Pratelli
La perfezione non esiste, ce lo dicono da sempre ed è vero.
Pur sapendolo siamo costantemente messi alla prova: ogni giorno veniamo bombardati da foto semplicemente perfette. Sono case, tavole apparecchiate, “outfit” (come va di moda dire adesso) o anche scrivanie in ordine, racconti di giornate lavorative meravigliose… E allora ci viene voglia di provare, di “migliorare”, di avere tavole e stanze a prova di scatto e comprare il rossetto nuovo o fare quei 100 addominali che garantiscono la pancia piatta in vista dell’estate.
Tempestati da foto che mostrano solo successi personali, nuovi acquisti, obiettivi raggiunti, ci sentiamo dire che dobbiamo farcela anche noi, che basta un po’ di positività, che la perfezione raggiunta dall’influencer di turno è a portata di mano (magari racchiusa in un miracoloso tè dimagrante o in una nuova t shirt) e che è facile cambiare vita, lavoro, casa, routine… e invece no, è difficilissimo e forse non è detto che possa accadere a tutti.
Non so voi ma io sono stanca, soprattutto di questo imperante “divieto” di sbagliare. È stato un anno difficile e forse lo saranno anche i mesi a venire… A volte sento un vuoto, anche se ho accanto persone che mi amano: è difficile trovare stimoli per fare, per imparare, persino per scrivere.
A volte si accende una piccola luce e provo a proteggerla, farla brillare, sentirne il calore, ben sapendo che non basterà mettersi il mascara e leggere a ripetizione una frase motivazionale. Vorrei essere capace di riprendere in mano tutte le forze che mi mancano e dire “eccomi, sono pronta”! Ma pronta per cosa? Davvero ogni momento della nostra vita deve scandire la strada verso un nuovo traguardo, portarci ad essere migliori?
No, questo anno mi sta costringendo ad ascoltarmi, a passare più tempo in compagnia di me stessa e della mia imperfezione. Sarebbe bello adesso scrivere che è bellissima, che non c’è niente di meglio… invece voglio dire che è semplicemente normale. È normale passare dei brutti periodi, è normale sbagliare, anzi è sano, importante, imprescindibile.
Non so se la perfezione sia noiosa, non posso saperlo perché, di fatto, non c’è.
Mi piace pensare che invece ci sia la possibilità di ascoltarsi e di provare, quantomeno, a cambiare (anche a fatica) le cose che non ci fanno stare bene.
E allora andiamo avanti, con il cuore a volte nero, il coraggio di guardarsi ogni giorno allo specchio e soprattutto dentro, dove non ci vede nessuno e dove facciamo i conti più difficili, diamo da mangiare ai mostri più cattivi e dove crescono quelle che chiamiamo erbacce… che, come mi ha insegnato un giorno in un orto urbano di Roma una donna speciale che si chiama Valentina, vanno imparate a conoscere e riconoscere perché possono essere nutrimento e forza di quello che abbiamo piantato e stiamo aspettando di raccogliere.
Per questa volta ho scelto dieci canzoni un po’ scure ma liberatorie, che ci portano dall’Inghilterra al Canada, dal Messico all’Italia, dal risveglio dopo un incubo ad una promessa (o forse speranza) di restarsi sempre accanto.
Al mese prossimo.
RUBRICHELLI | La Perfezione #7
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]