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LIVORNO
di Giulia Pratelli

Questo è il dodicesimo Rubrichelli e Musica di Seta ha appena compiuto un anno. In 365 giorni sono cambiate tante cose e io qualche mese fa ho fatto una cosa che ai toscani potrebbe sembrare assurda, un salto nel vuoto, una follia: da pisana sono andata ad abitare a Livorno. Ora c’è il mare nella mia città. Sono fortunata e come mi è stato detto mi sono abituata in fretta, ma non è difficile abituarsi al poter raggiungere il lungomare in bici, andare al cinema a piedi, passeggiare lungo i fossi guardando i palazzi riflessi nell’acqua. Qui c’è aria di mare anche quando l’acqua sembra lontana, lo senti appena si alza il vento. Ho scoperto un angolo bellissimo in cui (quando la stagione è giusta) fiorisce la buganvillea, che si allunga sul fosso a incorniciare le barche. Livorno è un posto che conoscevo già bene ma viverci diventa un’altra cosa: te ne accorgi quando vai a fare la spesa nel tuo “nuovo” supermercato e non trovi nulla di quel che hai sulla lista. Si nota quando uscendo da lavoro si fa una strada diversa da quella di sempre ma poi si ricompone tutto e diventa straordinariamente normale (fatemi usare questa parola) quando si apre la porta di casa e dall’altra parte si trova esattamente la persona che si vorrebbe trovare. 

In ogni caso, mi prendono tutti in giro, sembrerei meno esotica se venissi da Trieste o da Palermo. Non so se siete al corrente dei rapporti tra pisani e livornesi, di come ci si prenda in giro ormai da sempre. Dal punto di vista dei pisani i livornesi possono apparire un po’ strani, non so come spiegarvelo, sono come dei Californiani nati in toscana: sempre abbronzati, sempre pronti a fare un tuffo.Hanno anche quella stranezza di chiamare “torta di ceci” la cecina. Se siete liguri è quella che chiamate “farinata”, se non la conoscete invece mi dispiace tantissimo per voi e vi invito a rimediare prima possibile. Dicevo, vivendo qui si mangia la “torta” e mi devo ricordare di non dire mai “cecina” per non essere riconosciuta come straniera, quale sono… ma poi il morso al panino è lo stesso e le regole sante sono sempre quelle, per tutti uguali e per ognuno diverse. Per me, comunque si chiami, deve essere morbida dentro e croccante fuori, come diceva quella pubblicità di quando eravamo piccoli. 

L’amicizia tra pisani e livornesi è forse un buon punto di partenza per la pace nel mondo ma alla fine, la verità, è probabilmente che ci piace vederci diversi anche solo per prenderci in giro e poter ridere. Ci troviamo a ridere delle stesse cose e quasi sempre, reciprocamente, di noi stessi.
Come dice una persona a cui voglio molto bene, è proprio quello il significato dell’amicizia: ridere delle stesse cose.

Vi lascio come sempre una playlist e stavolta non importa da dove vengono le canzoni, vi racconteranno questa città per come la vedo e soprattutto la sento io. 

RUBRICHELLI | Camminare #12

Crediti:

L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]

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