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MANTENERE
di Giulia Pratelli

Mantenere: a dieci anni era il mio verbo preferito. Comportava la promessa di tenere per mano, mantenere.” Mi sono appuntata questa frase anni fa, dopo aver letto I pesci non chiudono gli occhi* di Erri de Luca. Questa idea del tenere per mano mi è sembrata perfetta, soprattutto per le promesse, o meglio, le persone a cui si fanno. Se ci pensate, promettere è  un po’ come dire “ti tengo la mano”, “ci sono”, “non ti lascio”.

Con settembre sono tornati, come sempre, i buoni propositi. Vi siete fatti una lista? Lo so che ci avete pensato, ci pensiamo tutti. Magari vi siete proposti di iscrivervi in palestra, di riprendere qualche buona abitudine dimenticata, di risparmiare, di utilizzare più spesso i mezzi pubblici, di ricominciare a suonare il pianoforte, di guardare meno serie tv… io ci ho pensato ma non vorrei fare un’altra lista di buoni propositi, non vorrei fare un altro elenco da spuntare. Forse perché ne ho già troppe, ne faccio per qualsiasi cosa: dalla lista della spesa, a quella per ricordarmi quali pulizie fare in casa, dalla lista dei libri che voglio leggere e dei film che voglio vedere a quella delle cose che devo finire di scrivere o a cui voglio iniziare a lavorare. Ho bisogno di essere pratica e concreta, altrimenti mi perdo (qualcuno direbbe che è il mio ascendente vergine, qualcuno darebbe il merito o la colpa alla professoressa di lettere che richiedeva sempre “rigore e precisione”, chissà…). Ma per tutto il resto vorrei smettere: basta buoni propositi ad ogni giro di calendario. 

Non sarebbe meglio imparare a scegliere poco, a scegliere meglio? Non sarebbe meglio evitare di dare tutta questa responsabilità a settembre, ai compleanni, ai capodanni? 

Vorrei imparare a trasformare i propositi in promesse, ma solo quando vale la pena di usare una parola così importante, così piena.

Vorrei mantenere, prendere per mano, ciò per cui vale davvero la pena. 

Sono così tante le cose da “mantenere”, se ci pensiamo. Si mantengono le tradizioni, si mantiene viva la memoria, si mantiene il filo del discorso, si mantengono vivi (anche in mezzo a mille difficoltà) i rapporti. Manteniamo quotidianamente noi stessi: pagando l’affitto, il mutuo, facendo la spesa ma anche prendendoci cura dei nostri bisogni, dei nostri sentimenti, dei nostri desideri… non è forse già una promessa? Non è forse, anche questo, prendersi per mano? 

Vi ho preparato una playlist, come sempre, e c’è davvero di tutto: dai Cranberries ad Ambra Angiolini. Ma non vi anticipo altro, vi lascio col gusto della sorpresa e un link a Spotify.

Ci sentiamo tra un mese, buon inizio di autunno.

*Feltrinelli Editore, 2011. 

RUBRICHELLI | Camminare #10

Crediti:

L’immagine di copertina è una illustrazione de La Tram [IG: @itslatram]

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