PSICOCOSE | IL LINGUAGGIO UNIVERSALE DELLA MUSICA
di Martina Baiocchi
Benvenuti in PsicoCose: un’occasione di pausa e di riflessione su quello che accade e su ciò che noi proviamo nel vederlo accadere.
La musica parla un linguaggio universale. Diverse ricerche documentano che persone appartenenti a culture diverse identificano emozioni simili in corrispondenza di una stessa canzone, a prescindere dal tipo di musica. Alcune di esse sono: gioia, divertimento, rilassatezza, tristezza e rabbia. Quello che cambia è la valenza positiva o negativa di tali emozioni, in base alla cultura di appartenenza.
L’ascolto della musica può assolvere diverse funzioni. Al primo posto si trova quella contenitiva, che consiste nell’accogliere, contenere e riflettere ciò che si prova in un determinato momento e spesso si riconosce nell’ascolto di brani conosciuti. Altre volte, invece, si sente più il bisogno di rievocare momenti passati e nostalgici oppure di evadere e di distaccarsi temporaneamente dalla realtà.
Ascoltare la musica può aiutare a regolare le emozioni. Per esempio può cambiare l’emozione o lo stato d’animo che si sta provando, oppure permette di mantenerlo così da poterlo vivere più profondamente e comprenderlo, o, più in generale, facilita il rilassamento.
È importante ricordarsi che ognuno è diverso dagli altri e tale diversità interagisce con i vari aspetti e le proprietà della musica. Pertanto queste funzioni non sono uguali per tutti: ciascuno può percepire un effetto particolare in un dato momento in base all’umore, ai livelli di ansia, alle sue preferenze musicali e al tipo di musica che sta ascoltando. Nello specifico è stato osservato che ascoltare le proprie canzoni preferite è il modo più efficace per ridurre i sintomi dello stress e i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e per aumentare le emozioni positive. Non si hanno gli stessi risultati se ci si rilassa senza musica o con altra musica che non si conosce o non si gradisce in quel momento.
Inoltre è stato evidenziato che le preferenze musicali di chi ascolta, e non il genere musicale, influenzano maggiormente un circuito chiamato “default mode network”, solitamente coinvolto in fenomeni come l’introspezione, l’empatia e la consapevolezza di sé, insieme alle aree cerebrali uditive e ad una regione responsabile del consolidamento della memoria e delle emozioni sociali.
Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi di interazione tra l’ascolto della musica, la nostra fisiologia e le emozioni. Si pensa che questi siano molto complessi poiché vedono coinvolte numerose variabili altamente soggettive, quindi più difficili da controllare e confrontare in un esperimento.
Il rapporto tra musica ed emozioni non ha una sola direzione. Infatti come la musica può regolare le emozioni, anche le emozioni e il tono dell’umore possono influenzare la selezione della musica da ascoltare. La maggior parte delle volte si sceglie un brano che sia coerente con il nostro stato d’animo. Felicità o tristezza, rabbia o dolore non fa differenza. Cerchiamo ciò che ci rispecchia per sentirci maggiormente compresi ed eventualmente identificarci con il messaggio trasmesso dal brano, per analizzare meglio come ci sentiamo, per sfogarci perché non riusciamo a tenere dentro quell’emozione così intensa, o infine perché così non ci sentiamo soli nell’affrontare una difficoltà personale.
Crediti:
L’immagine di copertina è una illustrazione dedicata di @chimbo.gne [IG]