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NOTE EMERGENTI: GIORGIA DEL MESE
di Michele Neri

Se c’è una cantautrice autenticamente punk in Italia, quella è Giorgia Del Mese. Quattro dischi di grande intensità, acidi quanto serve, corrosivi quanto basta. Vince parecchi premi e ottiene grandi riconoscimenti di critica ma è persino scontato rispetto all’impatto della sua originalità, della sua bella scrittura, della sua grinta. Il suo esordio discografico è del 2011 con l’album autoprodotto STO BENE. Il ritmo leggermente reggae di Cattivo tempo ci introduce questa cantautrice e la sua penna felice. Il resto del disco, partendo dalla bella Non starmi a sentire, ci fa andare con la mente ad alcune cose dei CSI e della miglior Nada ma sono solo suggestioni. STO BENE è un disco urgente, che fa della necessità di comunicare la sua forza, trasforma l’inquietudine in energia. Il Tenco si accorge subito di Giorgia, originaria della Campania ma da tempo a Firenze, la presenta in un Tenco Ascolta e poi la invita alla serata finale dell’edizione 2011.

Ma è solo l’inizio – una sua canzone, Un pomeriggio così, aveva fatto in realtà capolino nel 2007 nella raccolta dedicata all’edizione di quell’anno del Premio Bianca d’Aponte – perché Giorgia non sbaglia un colpo e i suoi successivi tre lavori, tutti per RadiciMusic Records di Firenze, sono altrettanti colpi al cuore, anche se lo stomaco non esce indenne dalle vibrazioni di queste canzoni davvero piene di significati e di motivi di fascino.

Nel 2013 con la collaborazione di Paolo Benvegnu, Alessio Lega e Fausto Mesolella tra gli altri, esce DI COSA PARLIAMO. Il disco conferma quanto di buono si era ascoltato con l’esordio. Imprescindibili con Benvegnu e Agosto con Lega e Mesolella, sono tra gli episodi migliori di un disco che comunque mantiene un livello costante, fortemente sbilanciato verso l’alto. NUOVE EMOZIONI POST-IDEOLOGICHE del 2016 è il terzo capitolo. Giorgia ospita altri artisti di spessore come Peppe Voltarelli (Soltanto tu), Andrea Mirò (Bello trovarti) e il leader dei 24 Grana, Francesco Di Bella con cui duetta in Lacreme.

A volte è invece la cantautrice a prestare la sua voce così particolare per i progetti dei colleghi, accade con Francesco Garito per Quo vadis Baby? contenuta in FOTOGRAFIE del 2011 e succede con Marco Cantini con cui divide il microfono in Technicolor, inclusa nel secondo album del cantautore, SIAMO NOI QUELLI CHE ASPETTAVAMO (RadiciMusic Records, 2016). In questo brano interviene anche Francesco Moneti, violinista dei Modena City Ramblers e de La Casa del Vento.

L’ultima prova discografica di Giorgia Del Mese è MODERATE TEMPESTE (2019), un mini album che sembra voler confermare un certo “asciugamento” sonoro già osservato in NUOVE EMOZIONI… Le cinque canzoni del disco sono tutte tra le cose migliori dell’intera produzione della cantautrice, ammesso ci sia qualcosa di “minore”. Le nostre tempeste, Non voglio niente, Tutto qui, Quasi spettacolare e Nessuna devozione, rappresentano una sequenza formidabile di suoni coinvolgenti, di testi che si fanno strada per restare, di armonie che non fanno sconti.

E non abbiamo parlato della voce! Non assomiglia e non offre riferimenti, non carezza ma si appoggia irriverente, spinge se serve, forza un po’ la consuetudine, aderisce alla pelle ma senza mai staccarsi dalla musica che la accompagna. Bisogna prendere il pacchetto completo. Ma che bel pacchetto.

Crediti

L’immagine di copertina e la foto centrale sono di Ilaria Costanzo

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