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IL BRUNCH DELLA DOMENICA | Verso l’Abruzzo
di Andrea Amati

Apro gli occhi di colpo! Non ricordo nemmeno cosa stavo sognando e soprattutto non ho il coraggio di guardare la sveglia. Perché già lo so. È presto, troppo presto e io non mi riaddormenterò più. Svegliarsi alle 08.18 di Domenica mattina è illegale.

Mi trascino in cucina a passo felpato, mia moglie dorme (giustamente, beata lei!) e non mi segue nemmeno il gatto che si chiama Gatteo e ovviamente preferisce stare con chi comanda.

Arrivo ai fornelli, un approdo che sa di certezza dopo che il tragitto camera-bagno-cucina somigliava alla Parigi-Dakar. In Università ho letto i romanzi di Cormac Mc Carthy e inspiegabilmente preso la passione per il brunch; leggendo di quei cow boys e delle loro spadellate di uova e bacon ho voluto provare e ho deciso sin da subito che almeno un giorno alla settimana avrei provato a sostituire colazione e pranzo con questo mix di dolce e salato: – uova, bacon, caffè, una torta tipica, succo d’arancia, oppure croissant, frutta, toast… vale un po’ tutto!

In questo spazio comunque vi terrò compagnia scrivendo non tanto cosa ho mangiato al brunch ma quello che mi è capitato di ascoltare; ogni articolo avrà un paio di specialità musicali rappresentative di una regione italiana.

Questa Domenica scendo in ABRUZZO. Attacco un disco Lara Molino “Fòrte e Gendìle”. È in dialetto abruzzese, idioma che non conosco ma già dalle prima note il fatto passa in secondo piano. La voce di Lara, a volte insieme a quella del padre (Michele Molino, poeta di quella terra così affascinante), una chitarra e il violino virtuoso e caldo di Michele Gazich (che ha prodotto e pubblicato il disco con la sua FonoBisanzio). Ma tanto basta. Una raccolta meravigliosa di tracce folk; un disco polveroso di terra, fuoco, fantasmi che ritornano, anime che la storia si prende e restituisce frammentate, spezzettate tra i ricordi e le leggende che nel tempo si sono create. Un disco di inediti in dialetto abruzzese che nulla ha da invidiare alle raccolte dei tradizionali delle nostre terre (vedi il Capossela di “Canzoni della Cupa”, per dire…). Ascolto queste canzoni e ho negli occhi storie anche mie, che fanno parte del vissuto comune di donne e uomini di questo paese. Sostanzialmente a questo forse serve il folk e a questo servono i suoi racconti.

Ma come cavalli selvaggi che corrono veloci oltre la collina ecco un altro lavoro figlio della terra d’Abruzzo, completamente diverso. Dal fuoco che illumina la notte del disco di Lara Molino passo a “INTRO” di Marlò, disco d’esordio della cantautrice di Pescara prodotto da Francesco Fugazza e uscito ormai qualche anno fa. La voce pulita e leggera di Federica (questo il nome di Marlò) ha un che di rassicurante e “INTRO” è un disco d’autrice molto elegante, che cerca un fil rouge per unire una certa tradizione cantautorale a un disegno musicale più contemporaneo. Trovare dischi d’esordio così ben calibrati non è scontato: Marlò ha delle storie da raccontare, le sa cantare bene senza paura di toccare tematiche importanti e dando la sensazione di un progetto più a lungo termine. Spero di sentire ancora la sua bella voce in evidenza a raccontare le esperienze di vita accumulate.

Il destino ha fatto sì che la prima puntata della mia rubrica per Musica di Seta coincidesse con la settimana in cui il mondo si ricorda della Violenza contro le Donne e solo in questi giorni ho saputo di due donne uccise dai rispettivi compagni, del sindaco di Santarcangelo di Romagna, Alice Parma, vittima ancora una volta di insulti sessisti scritti sui muri del suo stesso paese (che è anche il mio e approfitto di questo spazio per una scontata ma sincera vicinanza; conosco Alice da tanti anni e so che sarà sicuramente più determinata di prima) e infine di una maestra d’asilo che si è vista prima umiliata per un video intimo diffuso dall’ex fidanzato e poi affossata dalla direttrice della struttura che, pensate un po’, l’ha licenziata! Licenziata a causa di un video hard filmato per il suo fidanzato e per il clamore raggiunto da una vicenda di cui è vittima! Il punto non è il video hard ma si trova in un altro termine ovvero revenge porn! Dovrebbero cercare il significato su Google, tanto l’ominicchio che ha umiliato la donna quanto la direttrice! Anticipo loro che al suo fianco troveranno una seconda parola… “REATO”, ca va sans dire.

 

IL BRUNCH DELLA DOMENICA | Verso l’Abruzzo

Crediti:

L’immagine di copertina è di Elisa Borghesi

 

 

 

 

 

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