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Si dice che Febbraio sia il mese dell’amore in gran parte del mondo. Come per altre ricorrenze probabilmente ben più importanti – penso alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, per esempio – non dovremmo avere bisogno di un giorno segnato sul calendario per fare memoria delle cose essenziali nella nostra vita.

Ma le tradizioni sono tradizioni e sta ad ognuno decidere come viverle.

Credo di non aver mai festeggiato San Valentino negli ultimi 20 anni, l’ultima volta ero ancora adolescente probabilmente.
Non l’ho festeggiato per più di un motivo tra cui che, quando amo, lo faccio alla grande e ogni giorno è per me un San Valentino, che non ho bisogno di una scadenza per fare un regalo, un dono inaspettato alla persona amata e, non paga, ho avuto fidanzati che non erano interessati a festeggiare la giornata dell’amore, anzi ne erano piuttosto spaventati.
Per me il 14 febbraio è il giorno del compleanno di mia madre e ho sempre voglia di celebrarlo.

Mia madre e mio padre sono sposati da 47 anni e, se contiamo i cinque anni di fidanzamento, direi che stanno insieme da sempre. Se pur con timore di esser presa per pazza, voglio dirvi che sono felicemente sposati, che ancora oggi hanno gesti di tenerezza reciproci e sono piuttosto divertenti tra loro. Certamente discutono, battibeccano a volte ma sempre su cose di poca importanza. Sono solidi, hanno attraversato non poche prove sul loro percorso (come tutti) ed hanno costruito la nostra famiglia sul loro amore, sul rispetto e sull’onestà.

Potreste pensare “altri tempi” e per certi versi lo penso anche io.

Sta di fatto che crescere in una famiglia in cui l’amore “regna sovrano” mi ha causato non pochi problemi e non me ne vogliano i miei genitori per questa affermazione. Anche loro lo sanno, non ne ho mai fatto segreto: “siete la mia croce” a volte ho detto in via bonaria, altre meno ma sappiamo quanto noi figli possiamo sembrare “ingrati”, soprattuto in una certa fascia d’età.

Qualche anno fa un amico mi consigliò la lettura del libro Gli errori delle donne (in amore) di Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta. E’ un testo assolutamente divulgativo e di facile lettura. Nardone mette nero su bianco i copioni delle donne nelle relazioni e, udite udite, a leggerlo mi ritrovavo in quasi tutte le categorie!

  1. La bella, brava e buona: sempre motivata dalle migliori intenzioni, “adorabile comunque”
  2. Colei che cerca il principe azzurro: senza macchia e senza peccato
  3. La bella addormentata: in attesa del cavaliere che la possa risvegliare
  4. La baciatrice di rospi: crede di poter trasformare con l’amore qualsiasi tipo di uomo
  5. La seduttrice: sensualità unita alla grazia la rende irresistibile
  6. L’amazzone: una donna in carriera, socialmente vincente
  7. La camaleontica: si trasforma adeguandosi allo stile di vita del partner
  8. La braccatrice: animale predatore che punta e raggiunge l’obiettivo
  9. La crocerossina: premurosa e salvifica
  10. La dilagante: sprizza energia da ogni poro

E ancora la traghettatrice, la leccatrice di ferite, la Penelope, la strega

Insomma, non andiamo mai bene e non ci andiamo mai bene.
Io mi sento tutte queste donne e nessuna di queste donne, come è possibile?

Forse siamo così immersi in una società che ci impone di seguire dei patterns, dei veri e propri copioni, che dobbiamo fare un grande sforzo intellettivo e di cuore per liberarci da questi schemi che ci sono stati insegnati, a volte imposti e ancora, altre volte, richiesti dai nostri partner.

Appellandomi a Gandhi “Se vuoi far cambiare il mondo comincia con il cambiare te stesso”, credo che ognuno abbia un grande potere e deve decidere come esercitarlo. Questione delicata che ho affrontato recentissimamente leggendo un saggio sulla stupidità scritto dallo storico/economista Cipolla. Mi fa tremare pensare al connubio potere-stupidità ma non ci può fare granché se non “stare accorti”.

Nel mese dedicato universalmente all’amore, su queste pagine celebreremo la femminilità e  la musica.
La cosa che più desidero, in amore e in tutti gli aspetti della vita, è manifestare e agire secondo la mia libertà di pensiero, secondo ciò che riconosco giusto per la mia natura, nel rispetto dell’altro e di me stessa. Costruire qualcosa di vero senza esserne schiacciati dal peso, esattamente come cerco di fare da tanti anni nella musica che, al momento, resta il mio amore più grande.

CHIARA RAGGI

Crediti:

L’immagine di copertina è uno scatto di Tamara Casula

 

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