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MUSICA PER BAMBINE
di Elisa Genghini

Io sono una vecchia gallina, e sono anche una vecchia gallina mamma.  In quanto vecchia gallina non mi vergogno di dire che non sono una di quelle mamme galline che acquista solo giochi in legno riciclato, frutta biologica a chilometro zero. Non ho allattato mia figlia al seno per sette anni anche perché mia figlia ne ha due e ha smesso di attaccarsi alle mie tette da esattamente un anno. Non ritengo che la Crostatina del Mulino Bianco sia un abominio per l’equilibrio psicofisico dei bambini e vi dirò, a lei piacciono molto le patatine fritte e i wurstel al formaggio, e chi sono io per impedire a mia figlia di godere dei piaceri della vita che sono spettati anche a me negli anni ottanta, quando si veniva su a Buondì Motta senza rischiare di venire segnalati al servizio minori?

Quando vado a prendere mia figlia al nido e mi dicono che è andato tutto bene, mi viene da credere che sia andata bene per davvero e non mi faccio troppe domande sulla consistenza della sua cacca e se sia sia addormentata all’una o all’una e un quarto.  Se non si vuole mettere il cappotto prima di uscire, cerco di farle capire che in inverno fa freddo e se l’argomentazione a favore del cappotto non è sufficiente, allora passo alla tecnica “show don’t tell”, che io amo tanto nella letteratura e che condiste di mostrale come sono brava a infilarle il cappotto nonostante le sue sonore rimostranze e a darle una piccola sculacciata sul sedere quando proprio non vuole sentire ragioni, non capita molto spesso, ma capita.

Ma soprattutto. Mia figlia guarda la televisione, ecco. L’ho detto, un fulmine mi colpisca, per favore. Se ci sono lettrici indignate ecco, vi dico, sono una gallina vecchia, sento di dire un po’ quello che voglio e ne ho l’opportunità. E dopo l’indignazione, potete anche rilassarvi e ammettere che lo fate anche voi, quando dovete andare al bagno, fare una telefonata o scrivere un pezzo per Musica di Seta.

Ed ecco qui il punto.  I bambini piccoli amano la musica, io ho provato con i Beatles, giuro, o Mozart, che dicono stimolare l’intelligenza nei neonati, ma ahimè la classifica di mia figlia è più meno questa: al quinto La Vecchia Fattoria, al quarto Bingo il Cane, al terzo La Bella Lavanderina al secondo Super JoJo e al primo, rulli di tamburo, il video con più visualizzazioni al molto, colui che tutti i bambini amano senza distinzione di razze e generi, la canzone che tutto il mondo infantile ha messo al primo posto nella storia, quella che ne Wolfgang Amadeus ne Jonh Lennon sono riusciti ad eguagliare: Baby Shark e la sua allegra famigliola di squali.

Passando per tutte le canzoncine su scimmie, coccodrilli e paperelle che saltano sul letto, nuotano nel laghetto e si rompono il cervelletto, belle lavanderine, bambini che mangiano lo zucchero di nascosto, che girano in tondo mentre casca il mondo e mille e mille altre canzoncine ancora, chi ha figli piccoli sa perfettamente di cosa sto parlando. Un giorno io e il mio compagno ci siamo sorpresi a chiederci come facesse Bob il treno ad accompagnare i bambini i piscina e a tuffarsi con loro dato che è un treno, e come facessero il Rinoceronte e la sua amica Zebra ad andare a comprare un poco di sale per la lasagna che dovevan preparare, come fanno a comprare il sale? Vanno al supermercato? Hanno il portafoglio, i soldi? La besciamella è già pronta in frigo? E via discorrendo. In questo periodo di lockdown la musica per bambini su you tube ha preso il comando delle nostre ore preserali e noi siamo stati presi in ostaggio da una bambina che vuole ballare davanti alla televisione. Maria Montessori si sta rivoltando nella tomba lo so, ed io, vi confesso che ho addirittura una laurea in pedagogia che si, mi serve per lavorare, ma quando si tratta di mia figlia finisce appallottolata del bidone della plastica assieme agli incarti del Kinder Brioss. 

Ho visto di tutto, sul web in merito a cartoni e canzoncine. Visto che non sono proprio una sprovveduta ho notato delle piccole stonature, e non solo nelle voci di chi ha inciso le canzoni, “infantilizzate” e corrette un tanto al chilo su autotune, che di quello i bambini non si accorgono. Super Jojo ha una mamma che per cucinare si mette la cuffietta in testa e serve pancakes profumati al padre che si siede in mutande a tavola e legge il giornale. Mamma paperella, durante un’altra canzoncina, perde ad una ad una le sue cinque paperelle nello stagno, finché non arriva il papa papero che fa un fischio e tutte le paperelle ritornano indietro. C’è un’altra canzoncina che canta divertita le gesta di un bimbo chiamato “Birichino” che fa penzolare per la coda un gatto dal balcone, spenna il gallo per fare l’ indiano, butta il cane nella vasca da bagno, tira le trecce alle bambine e prende a pallonate i suoi compagni mentre la canzoncina che viene subito dopo è dedicata una bimba molto amata dalla mamma perché spolvera i mobili, la aiuta nelle faccende domestiche fa sempre i compiti, ha tempo addirittura per giocare e fa tutto sempre con il sorriso sulle labbra.
Sono piccole cose. Forse. Ma forse no. Dettagli? Non lo so. Ultimamente ci guardo bene, perché si comincia molto presto con le discriminazioni di genere.  Sembra sia musica per bambini ma non lo è davvero, non sempre, quanto meno, non è musica per bambine. Forse dovremmo pensarci a fare un po’ di musica per bambine.

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