Perché credo nel 25 aprile
di Elisa Genghini
Io non credo molto nel Natale. Odio gli auguri di buone feste sui gruppi whatsapp i gighy con gli alberelli e le palline colorate che intasano la memoria del mio cellulare, allo stesso modo le colombe pasquali e le uova di cioccolato: se mi augurano “Buona Pasqua” io rispondo “altrettanto”, ma non sono mai io a prendere l’iniziativa. Mi sento solo un poco in colpa quando i genitori degli amichetti dell’asilo di mia figlia regalano pupazzetti a forma di renna o coniglietti di gianduia a seconda del periodo per fare un gesto carino nei nostri confronti ed io sono a mani vuote, come vuoto per me è il significato di quelle feste. E intanto però faccio la figura della cafona.
Se mettiamo da parte le feste religiose, San Valentino, per dire, l’ho festeggiato i primi anni con i primi fidanzati, quando si era romantici finché uno di questi mi aveva omaggiato di un pupazzo a forma di maiale con un cuore in mano dicendomi “non trovi che ti somigli tanto, amore?”. La festa della donna, per carità: c’è così poco da festeggiare e così tanta strada da fare che quando il capo banconiere della Sigma mi regala un mazzetto di mimose ogni etto e mezzo di prosciutto cotto in promozione, mi formicolano le mani che vorrei lanciare sia i fiori e sia il cartoccio con i prodotti da banco verso il primo essere umano di sesso maschile che passa ignaro davanti allo scaffale delle conserve di fronte.
Ma c’è una festa che per me è la più importante dell’anno. Quella che mi emoziona, che mi dona speranza, che mi ispira, quella che ricorda donne e uomini impegnati per riconquistare la democrazia dopo anni bui, neri di guerra e discriminazioni.
Io credo nel 25 aprile.
CI credo per tanti motivi.
Ci credo perché credo nella Liberazione dal nazifascismo, nelle persone coraggiose che hanno rischiato la vita per permettere a noi di vivere un po’ come ci pare.
Ci credo perché è un giorno di primavera. Gli alberi sono in fiore, sbocciano le rose, tutto invita a rinascere, dopo gli inverni rigidi, specialmente questi ultimi, dove purtroppo abbiamo avuto un piccolo assaggio di cosa vuol dire non essere liberi e aver paura per la nostra sorte e quella di chi abbiamo vicino.
Ci credo perché una importantissima parte di questa lotta l’hanno fatta le donne, perché Mussolini aveva detto che “La donna deve obbedire[…] la donna non deve contare” e a certe donne questo non è andato bene. Hanno rivendicato la loro libertà, combattendo per quella di tutti. Come Irma Bandiera, Bolognese, che ha resistito combattendo fino all’ultimo, quando dopo essere stata catturata, accecata e seviziata per giorni dai fascisti, dalla sua bocca non era uscita alcuna informazione. Come Iris Versari, che si è uccisa dopo essere rimasta ferita durante un feroce combattimento, per non ostacolare gli altri compagni e che è stata appesa ad un lampione in piazza a Forlì come monito per tutti i partigiani.
Credo così tanto nel 25 aprile che per me diventa necessario chiamare tutti gli amici parenti e conoscenti e gridare “buon 25 aprile! buona Festa della Liberazione!”, riempire di garofani rossi le chat di gruppo e ricordare tutti che questo giorno è festa Nazionale, la festa di tutti, bisogna ricordarselo bene.
Ci credo, ci credo di una fede gioiosa. E’ così difficile sintetizzare in una pagina tutto quello che ha da dirmi il 25 aprile, ma posso dire che il 25 aprile è tutto quello in cui io credo.
Ah, mi figlia si chi chiama Irma, potete benissimo immaginarvi il perché.
Buon 25 aprile a tutte e a tutti
Crediti:
L’immagine di copertina è uno scatto di Carol Alabrese
Altre Primavere è una canzone di Elisa Genghini