Skip to content
copertina elisa

BELLE E SEBASTIAN, MA SOPRATUTTO BELLE COSI’.
di Elisa Genghini

Avete presente quella storia del ragazzino che si mette alla ricerca della madre per le strade di Francia e Spagna in compagnia di un grosso cane dei Pirenei? Ci hanno fatto un manga giapponese e poi anche un film che non ho mai visto, pazienza. Se cerco “Belle and Sebastian” su Google, saltano fuori sempre il ragazzino ed il cane dei Pirenei. Per giunta, se chiedo a qualcuno che non ascolta musica o che comunque è poco ferrato sull’argomento “hai presente Belle and Sebastian?” mi risponde sempre “ah sì, la storia del ragazzino e delle sue avventure assieme ad un grosso cane dei Pirenei”.

Dicevo, da bambina il cartone animato di Belle and Sebastian mi piaceva molto, e mi piaceva molto anche guardare Non è la RAI.

Si, sembra che stia dicendo cose sconnesse ed in parte potrebbe essere così, ma giuro che ho qualcosa da dire che per me è molto importante. Ammiravo le ragazze di Non è la RAI che ballavano e cantavano indossando delle tutine strettissime e cortissime che all’epoca andavano molto di moda. Ne volevo una anche io, con tutto il mio cuore. Una volta sono andata al mercato del mercoledì con mia mamma e, visto che i banchi dell’abbigliamento erano pieni di quegli abitini striminziti, l’ ho convinta ad acquistarmene uno.

Mia mamma, ricordo, aveva anche tentato di dissuadermi dicendo che erano molto stretti e molto scomodi secondo lei, ma io lo volevo a tutti i costi, così tanto che dopo avere scelto quello che preferivo, l’avevo provato e avevo deciso di tenerlo direttamente addosso, passando poi tutta la giornata stretta in un abitino che, se ci penso adesso, mi stava malissimo, mi stringeva nei fianchi e sulle cosce rendendo perfettamente visibili e debordanti  gli innumerevoli rotolini di ciccia che mi accompagnano fedelmente anche ora. Ma il ricordo che ho di allora è che stavo bene, semplicemente, stavo bene con me stessa, non dovevo dimostrare nulla, ero una bambina felice con un amato vestitino, niente più.

E ora veniamo a Belle and Sebastian, non il ragazzino con il cane, ma la band di Scozzese di Stuart Murdoch, che è una delle mie band preferite in assoluto.

8 agosto 2014, Cesena, Rocca Malatestiana, arriviamo nel tardo pomeriggio per ascoltarli, finalmente.  Mentre il sole tramonta, un paio d’ore prima dell’esibizione mi accorgo che Sara Martin sale sul palco. Addosso ha un vestitino da spiaggia, brutto, stropicciato, su un fisico importante. Ha ai piedi ha un paio di infradito (o almeno ricordo questo) l’aria spettinata e la pelle arrossata di una che torna felice da una giornata passata sulla spiaggia di Cesenatico. Appoggia una sul palco una borsa di stoffa di quelle che trovi sul mercato della Montagnola, scolorita e lisa. Sistema qualche cosa della sua strumentazione scende giù e se ne va dietro il palco.

Non è bella, Sara Martin, non di quel bello come si intende il bello, né magra di come si intende il magro, non è vestita truccata e pettinata bene come si pretende da una donna quando si espone. Ma la sua figura in quel momento mi restituisce quella felicità che avevo provato da bambina, dentro il mio vestitino di Non è la RAI,

E’ Sara Martin, violinista di una band che sta insieme da venticinque anni e fa dischi meravigliosi che tutti dovrebbero ascoltare e suona da paura pure la chitarra, il flauto e tanti altri strumenti strani che nemmeno io so come si chiamano.  Mentre la guardo, la sera, esibirsi con un paio di jeans sformati e una semplice t-shirt, in compagnia di tutta la band in uno dei concerti più suggestivi e divertenti che abbia mai visto, penso “Ecco vedi Sara Martin che se ne frega, che non ha bisogno di niente all’infuori di se stessa, niente da dimostrare, se non di essere quello per cui è lì, una brava musicista e niente più”.

Condividi l'articolo: