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tamara MdS MAG

Libellule è lo spazio che Musica di Seta Mag vuole dedicare alle artiste provenienti da ambiti diversi da quello musicale ma che in qualche modo hanno a che fare con la nostra arte: fotografe, stiliste, imprenditrici che collaborano con professioniste e professionisti della musica o che semplicemente dalla musica traggono forte ispirazione per il loro lavoro.

La protagonista di questo secondo appuntamento è Tamara Casula, fotografa dallo sguardo unico, che “imbottiglia fulmini” nei suoi scatti per i grandi nomi della musica italiana. Le abbiamo fatto un paio di domande e chiesto di raccontarsi attraverso 6 fotografie importanti e significative per lei. Siamo felici di portarvi per mano nel suo mondo.

1. Che rapporto hai con la musica? Cosa significa per te?

T: Il mio rapporto con la musica potrebbe essere perfettamente riassunto con una frase: “la musica è tutto e tutto è musica”.
La musica è tutto per me, perché ogni momento della mia vita ha una sua colonna sonora. La musica che mi ha aiutato in momenti difficili, la musica che ha accompagnato i miei momenti più belli. Quando sto male ci sono canzoni che fanno più di un antidolorifico, quando sono stressata alcune hanno potere calmante, quando provo forti emozioni ci sono quelle che amplificano tutto ed esaltano queste emozioni.

E poi Tutto è musica… Il suono della natura, il suono della voce di mia madre che mi consola o che mi sprona a dare il meglio, il miagolio di un gatto. E poi l’amore è musica, amore per un compagno, per un amico, per un perfetto sconosciuto, per tutto ciò che ci circonda e che merita di essere amato. È musica il mio lavoro e a dire il vero il mio lavoro sarebbe ancora un hobby se non fosse per la musica.

Ho iniziato con i concerti, perché mi davano l’opportunità di fare quello che amo i reportage emozionali. Cioè raccontare le emozioni del pubblico, dei musicisti e chiaramente le mie.

Ed è merito di due canzoni se ho deciso di lasciare il certo per l’incerto. “La verità” di Brunori, che inizialmente era un pugno nello stomaco ed ora invece è una carezza sul viso o una pacca sulle spalle, come a dire: “hai visto ci sei riuscita!”. E poi “Ti fa stare bene” di Caparezza che come si può facilmente intuire dal titolo, ti sprona a fare quello che ti fa stare bene e a me fotografare mi fa stare benissimo.

2. Qual è l’aspetto più interessante del tuo lavoro da fotografa di musica?

T: Spesso mi è capitato, dopo la pubblicazione di alcune fotografie di un concerto, di leggere dei commenti quali: “mi sembra quasi di essere lì”, “si sente la musica nelle tue fotografie”. Ecco, questo è sicuramente l’aspetto più bello, perché far rivivere le sensazioni a chi ha vissuto l’evento è bellissimo, ma farle vivere a chi non era presente è meraviglioso.

Quando sono sotto il palco, mi sento in preda ad un turbinio di emozioni, assorbo sia quelle che arrivano dal palco sia quelle che arrivano dal pubblico e cerco di trasformarle in fotografie. E, quando ci riesco, tutto diventa magia. Del resto, uno dei soprannomi più divertenti che mi abbiano mai dato è “Tamara Casula magica bula”.

Ma il mio lavoro come fotografa di musica non si esaurisce sotto il palco; tantissimi musicisti mi hanno affidato la loro immagine e io non posso fare altro che ringraziarli in eterno. Il compito non è per nulla facile e, anche se non lo do a vedere, prima di ogni book fotografico vivo un’ansia assurda e ho mille domande che mi ronzano in testa: “riuscirò a catturare la loro essenza? Sarò in grado di trasmettere con un fermo immagine il loro messaggio al pubblico?”. Poi, durante la sessione fotografica tutto passa, tutto si trasforma. Si crea energia ed empatia e lì non mi resta che fotografare questo scambio emozionale.

Ora accompagnaci nel tuo immaginario così reale, perchè fatto di volti e cose concrete e allo stesso tempo così sognatore.

T: Le foto che ho scelto parlano di musica e parlano di me.

 

 

T: Questa, forse, la mia foto più bella, quella probabilmente più conosciuta ed è quella che maggiormente mi lega al mio artista preferito, Caparezza. È una foto vera, colta durante un live, che racconta l’unione tra artista e pubblico. È anche diventata la copertina del libro fotografico e del cd di “709 live“.

T: Questa seconda, pur non essendo quella scelta per la copertina del 45 giri di “Ti fa stare bene”, mi permette di raccontare un aneddoto. Quando l’ho scattata, sono corsa da Caparezza divertita (sì, come una bimba) per mostrargli la foto e lui, serio, mi ha detto: “Sei proprio sprecata qui, tu dovresti andare a Los Angeles”. Esagera sempre con i complimenti nei miei confronti, ma, per quanto esagerata, la sua frase mi ha segnata e spronata.

T: Qui invece vedete due dei miei artisti preferiti (Caparezza e Daniele Silvestri) che si abbracciano. Mi ricorda il viaggio verso Molfetta con una delle mie più care amiche, Sara. Mi richiama alla mente un concerto unico e mi fa sospirare e sperare, perché in questo periodo assurdo quello che mi manca di più sono proprio gli abbracci e i concerti.

T: Questa foto è una dal progetto fotografico “Musica scritta con la luce”, nel quale ho raccontato con una fotografia ogni canzone di un album de Il muro del canto, in collaborazione con una delle mie artiste preferite, Marzia Ercolani.

T: Questa foto ritrae uno dei musicisti che stimo e apprezzo di più, un talento fuori dal comune e dal cuore grande: Paolo Fresu. Questa ed altre sono state inserite in uno dei suoi progetti musicali.

T: L’ultima è una foto del pubblico, che ovviamente è il cuore di ogni manifestazione musicale, per me fonte di energia ed emozioni.

Ringraziamo di cuore Tamara per essersi raccontata al nostro magazine e speriamo di ritrovarla al più presto sotto un palco o nascosta dietro una quinta a riverberare la musica attraverso la sua fotografia.

Crediti: 

Tutte le fotografie sono di Tamara Casula.

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